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Dora Lewis

Manzamà

Artist: Fratelli Mancuso
Label: 802
Release Date: 2020
Genre: World music
Album Review

I Fratelli Mancuso sembrano oggi quello che ieri era il significato di una tradizione. Il loro modo armonico di cantare ha fatto si che chi avesse avuto voglia di conoscere da dove veniva il nostro canto lo avrebbe potuto fare semplicemente ascoltandoli. Dire quindi che sono mitici nel senso di mitologici, nel senso di fortissima presenza antica è dire quanto sono importanti.

- Marco Ranaldi, Sipario

I Fratelli Mancuso sono tra coloro che più hanno fatto da ponte tra passato e futuro, collocandosi artisticamente in un presente rinnovato negli usi di linguaggi e strumenti musicali antichi sostenuti però da arrangiamenti estremamente attuali.

- Fabio Francione, Il cittadino

I fratelli Mancuso rappresentano oggi quell'indispensabile memoria sonora che ci è utile per non dimenticare. Nella loro ricerca attentissima alle radici, hanno fatto della musica popolare siciliana la loro musica, la loro espressione. In anni di studio e di lavoro sulle fasce mediterranee e non solo hanno costruito un'idea di suono rara e invidiabile.

- Marco Ranaldi, Left

Un viaggio senza meta nel fertile bacino del Mediterraneo, tra ritmiche soffici e sospese, melodie dai richiami arabi, dolci nenie e loop ammalianti, a raccontare soprattutto le inquietudini dell’esistenza, il malessere per un vivere spostato, la magia dei sogni perduti e recuperati (...) l'eterea consistenza della vita che non trova pace dilaniata com'è tra anima e carne.

- Alberto Marchetti, Vinile

Raffinata e spontanea, colta e popolare, la musica dei fratelli Mancuso è unica nel rimanere magnificamente sospesa tra radici ancestrali e sensibilità attuale e nel sapere elevare ad espressione universale ciò che viene espresso coi modi più genuini della tradizione siciliana.

- Gigi Razete, La repubblica-Palermo

Una strana, ammaliante intensità onirica (..) Tutto ha funzionato, tutto ha la sua nicchia. Ronzano e incantano le pronunce nasalizzate dei fratelli siciliani, il gioco d'alternanza mette in conto picchi scabri e vertiginosi di terze creando quell'effetto magico che spesso ha solo la vera musica popolare. Difficile indicare vertici in un disco fatto di altezze.

- Guido Festinese, Il giornale della musica

Canzoniere del tempo, radicalità del canto non compiacente, canto profondo di corpi stretti nell’abbraccio, voci nude e congiunte dal timbro penetrante e risonante, suono “osseo e di pietra” che genera espressività intima e solenne. Anche gli strumenti con cui si accompagnano, frutto d’incontri e di viaggi lungo il Mare Mediterraneo, sono di volta in volta sostegno e dialogo con le due voci-strumento.

- Ciro De Rosa, Blogfoolk

La forza tellurica delle composizioni scritte dal duo. Piccoli incanti che passano tra cuore e polmoni, cantati in una lingua i cui accenti appartengono al mondo intero: leggeri come il sogno e dolorosi quanto la carne.

- Carlo Babando, Blow Up

Le produzioni dei Fratelli Mancuso suggeriscono sempre un approccio ravvicinato, uno sguardo necessariamente libero da ogni congettura, attraverso il quale è inevitabile toccare il nervo vivo di ogni singolo fonema. Sembra quasi che non si possa parlarne senza essere impollinati dall’armonia delle loro parole, dall’organicità di una musica sempre comprensibile (oltre i linguaggi), essenziale eppure raffinata, “primaria”, fondamentale.

- Daniele Cestellini, Blogfoolk

I fratelli Mancuso sono il meglio che l'Italia ha da offrire musicalmente, giudizio che dovrei estendere forse a tutta l'Europa. Ho avuto modo di definire il loro album "Bella Maria" il miglior CD del XX secolo e i CD successivi sono stati tutti dei capolavori sublimi. (...) La ricchezza di questo nuovo CD, però, difficilmente può essere superata. Un record di crescita sublime, e se dovessi comprare un solo CD quest'anno, comprerei senz'altro questo. È anche confezionato in un bellissimo libretto con dipinti che illustrano magnificamente le canzoni. Un must assoluto!

- Moors Magazine

Il punto più autorevole per quanto riguarda la ricerca suonata della musica popolare (...) La forza della scoperta, del definire quello che oggi è il suono dei popoli è diventato per Enzo e Lorenzo Mancuso motivo di vita e di arte (...) Manzamà è il risultato di un universo di scoperte, conoscenze e collaborazioni.

- Marco Ranaldi, Raro

I Fratelli Mancuso sono tra le voci più autorevoli di una musica siciliana che guarda alla carne viva del folk e lo immette nei vortici di una continua affabulazione.

- Valerio Corzani, RSI-Radio Svizzera Italian

Le loro “storie in versi” mostrano una straordinaria capacità di affabulazione, riescono a coinvolgerti con un sapiente mix di parole e suoni; sanno trascinarti in mondi apparentemente inconciliabili, dove memorie personali legate alla natia Sicilia si fondono quasi per miracolo con i grandi e dolorosi eventi della Storia. Un valore aggiunto è dato dall’elegante veste grafica del disco e dalla bellissima serie di appassionati e intensi acquarelli di Beppe Stasi il quale ha saputo legare intimamente le immagini alle canzoni

- Alberto Pellegrino, Musicultura on line

Un capo d'opera che resterà (...) l'invenzione di melodie modernissime che sembrano remote, Battiato (...) e Aldo Giordano che regalano scintille maestose di arrangiamenti.

- Guido Festinese, Alias-Il manifesto

Il filo della storia e della memoria si armonizza con un canto essenziale che non rinuncia ad incunearsi in arcane atmosfere di indiscutibile incanto. (...) I testi sono preghiera ed anima di un lavoro che ristora per le scosse di antichità sparse da ghironde, saz, baglama e salteri. Questo dei fratelli siciliani è un viaggio nell'esotico e nella mediterraneità, è uno squarcio su una musica limpida e struggente, su un componimento che sembra volerci ricordare che si vive nel presente anche perché un suono arcaico può rinascere e trovare una sua originale vibrazione perché siamo fatti di quello che siamo stati.

- Mimmo Mastrangelo, Il quotidiano del sud

E’ un disco che affonda le radici nella tradizione popolare, rivista attraverso un lavoro di recupero vocale e strumentale estremamente curato. Le tracce mostrano un percorso interiore che è condizionato dalla quotidianità di una terra affascinante, quanto difficile da affrontare. Una sorta di meditazione in note dove compaiono tecniche musicali che vengono temporalmente da lontano e che si aprono all’altra sponda del Mediterraneo.

- Michele Manzotti, Il popolo del blues

Decorato con un bellissimo libretto miniato con acquerelli (…) Quello che sulla carta sembra un laboratorio di curiosità, si dipana come un universo musicale pieno di malinconia, che suona come se fosse sempre esistito, ma di cui non si sospettava nemmeno l'esistenza. (…) UN VERO CAPOLAVORO

- Ton Maas, Mixed World Music

La Sicilia che raccontano arriva dall'eternità del passato, eppure non ricalca in nulla gli stereotipi dell'isola. (...) La memoria va coltivata in modi né accademici né olografici, il ricordo deve potersi trasformare in materia viva, in flusso emotivo utile a smuovere menti e cuori. (...) è la dura esperienza di vita dei Mancuso stessi ad essere filtrata in testi arcigni, poco inclini al lieto fine e all'autocompiacimento. Le sonorizzazioni appaiono di gran pregio, guardano ancora a Sud oppure verso Oriente nella scelta degli strumenti e il contributo non superficiale di uno stuolo di illustri ospiti (Giovanni Sollima, Mario Arcari, Peppe Frana, Arnaldo Vacca, Ferruccio Spinetti) illumina il disco.

- Piercarlo Poggio, Blow Up

Una volta che - in senso figurato - ti immergi nella lingua dei Fratelli Mancuso, scopri un mondo che, come il libretto che lo accompagna, contiene una bellissima gamma di colori intensi. Ho potuto sperimentarlo di persona: questo disco crea dipendenza e arriva al punto giusto in questi giorni bui, stretti tra due ondate di Coronavirus. Un disco fantastico per chi vuole scavare in profondità!

- Dani Heyvaert, Roots Time

Il risultato è un'ora di musica piena di tutto ciò che ci aspetteremmo in un contesto del genere: eleganza e suggestione, cura estrema per il dettaglio, perché nulla esca da un tono lieve, colloquiale, essenziale quanto intriso di profonde fragranze.

- Alberto Bazzurro, Musica Jazz

Dopo più di dieci anni, i fratelli siciliani Mancuso presentano finalmente un nuovo lavoro con il bellissimo Manzamà. La combinazione della loro voce terrosa e la raffinata orchestrazione strumentale conferisce al loro folk un tocco artistico che può essere definito stupefacente.

- Eric Van Domburg, Heaven Magazine

Dopo una lunga gestazione creativa e, a dieci anni di distanza dall’ultima produzione discografica, i Fratelli Mancuso ritornano con un sontuoso lavoro, regalandoci con Manzamà una sintesi del loro viaggio artistico e biografico. Il senso di un continuo movimento è stato tradotto e incorniciato impeccabilmente dai dipinti di Beppe Stasi, che narrano visivamente i luoghi interiori di Enzo e Lorenzo Mancuso.

- Viviana Berardi, L'isola che non c'era

Tra malinconia e vissuto, morte e speranza, discesa e ascesa alla vita. E’ un vorticoso viaggio nella tempesta dei sentimenti, di chi è migrante in movimento o da fermo, dallo spazio o dal tempo, migrante dalla vita o dalla morte. In un album senza confini. Nei brani si susseguono lacrime siciliane, lamenti e preghiere, ma se chiudi gli occhi nei raffinati arrangiamenti puoi scorgere la vita.

- Giulio Scarantino, L'Antenna

Un piccolo capolavoro (...) che ti avvolge incantatore con i richiami profondi alla tradizione siciliana e mediterranea, con la bellezza di testi poetici e duri e con la ricca strumentazione.

- Raffaello Carabini, 50+
Tracks
1. Lassami dòrmiri
2. Manzamà
3. Lacrima
4. Occhi di vitru
5. Li suonni
6. Deus meus
7. Ti canùsciu firita
8. Tu vidé ti nni va
9. 'Nti la nacuzza ci trasi lu suli
10. Animi
11. Rosa di carta
12. Un velu d’aria
13. La scinnuta
14. Cori miu
About New Album

Compositori e polistrumentisti animati da una vena poetica e musicale di assoluta originalità, i Fratelli Mancuso cantano storie intessute di idiomi e suoni antichi che, nei vortici di una continua affabulazione, ritornano incessantemente alla loro terra natìa, la Sicilia, dove grazie alla loro arte sembrano fondersi mondi in apparenza inconciliabili.

Eredi privilegiati di una tradizione che hanno trasfigurato nel prisma dei loro innumerevoli strumenti e alfieri di un canto intimo ed essenziale, Enzo e Lorenzo Mancuso ritornano a tessere filati di straordinaria fattura, in mirabile equilibrio tra il filo della memoria personale e il respiro solenne della storia. Immersi in una dimensione quasi onirica, intimi e a volte anche sofferti quadri di vita quotidiana si aprono così, con squarci di grande impatto, sulle tragedie che dilaniano il nostro presente.

Ad oltre dieci anni dall’ultimo album di inediti, Manzamà si configura come il culmine di una creatività fuori dal comune e si avvale del prezioso apporto di altri artisti e compositori, tra i quali Franco Battiato e Aldo Giordano (che hanno curato gli arrangiamenti), Marco Betta, German Diaz, Ferruccio Spinetti e Giovanni Sollima, e si realizza in collaborazione con Squilibri Editore.

Nel ricco libretto, i dipinti originali di Beppe Stasi a commento di canti che trasudano di esperienze vissute in prima persona, nel corso di una carriera decisamente fuori dal comune.

Nativi di Sutera, Enzo e Lorenzo Mancuso emigrano negli anni’70 a Londra dove, per otto anni, lavorano in fabbrica, mentre nel tempo libro, a contatto con circoli e teatri, iniziano a ricomporre i frammenti del patrimonio musicale della loro terra. Ritornati in Italia, nei primi anni ’80 si esibiscono in Germania e in Francia, per lo più in piccoli teatri. Decisivo per la loro carriera l’incontro con Joaquin Diaz, il grande etnomusicologo spagnolo, monumento vivente del folklore iberico, con il quale avviano un rapporto di collaborazione che sfocia nella pubblicazione, in Spagna prima che in Italia, dei loro primi due CD, Nesci Maria (1986) e Romances de alla y de aca (1990). Nel 1993, dopo aver dedicato un altro CD al loro paese natìo, vincono il Premio Recanati. Nel 1997 pubblicano il CD Bella Maria, e partecipano, come compositori e attori, al film Il talento di Mister Ripley di Anthony Minghella, inaugurando una collaborazione con il cinema e il teatro d’autore che dura tuttora e che ha un suo riferimento privilegiato nelle opere di Emma Dante. Nel 2013, alla 70a edizione della Mostra del cinema di Venezia, vincono il Premio Sound Track Stars e, l’anno dopo, ottengono la nomination al Globo d’Oro e al Nastro d’Argento per la colonna sonora del film Via Castellana Bandiera della regista siciliana. Da ricordare ancora, nella loro discografia, Italian Odissey, inciso nel 2000 per la Putumayo World Music Records, e distribuito in tutto il mondo, Cantu, del 2002, e il cd edito ancora una volta in Spagna, nel 2004, Trazzeri. Nel 2017 hanno vinto il premio alla carriera del Premio Loano.
Molti pensieri e molte immagini affollano, in questo momento, la nostra mente. Come dentro a un vortice si rincorrono i fatti, le storie, i volti che hanno nel loro insieme contribuito a formare, passo dopo passo, il nostro percorso umano, ideale e artistico e che ci portano, oggi, a un approdo così importante e significativo. Siamo nati negli anni cinquanta del secolo scorso. Abbiamo conosciuto la Sicilia dei mestieri, dei contadini, degli emigranti. Abbiamo fatto in tempo ad ascoltare dalla voce delle donne e degli uomini i canti nelle chiese, nelle strade, nelle botteghe artigiane, nelle mulattiere, tra i campi. Nel lasciare la Sicilia, insieme al nostro bagaglio, abbiamo portato con noi la reminiscenza sonora di quel mondo che è diventata col tempo il lievito e il sale della nostra immaginazione musicale. Quel bagaglio, con gli anni, si è arricchito dei rumori delle città, delle fabbriche, delle voci del mondo, dei poeti e dei musicisti che abbiamo conosciuto, portatori tutti e testimoni di uno stupore del mondo che ha reso fecondo il nostro sguardo e la nostra espressione. Grazie a tutto questo oggi sappiamo di cosa è fatto un canto, sappiamo che c’entra, in qualche modo, con la vista di un paesaggio, con il calore di una stretta di mano, con il suono di una parola, con la ferita che è alla ricerca incessante di un nome che la identifichi, con il ricordo dei vivi non più vivi. Sappiamo, ed è questo soprattutto il nostro caso, che il canto è la nostra fratellanza, questa alternanza di respiro e di memoria che tiene viva la brace della voce e nella sua incandescenza si fonde in unico suono, gemito, espressione. Questo canto a noi sembra un bravo calligrafo: rende leggibile ogni scrittura, ogni cancellatura con cui la vita scrive il suo romanzo. ed è con questa immagine, con queste semplici parole in cui si identifica la nostra ricerca che noi ci congediamo.
Testi e musica: Enzo e Lorenzo Mancuso ad eccezione di Nti la nacuzza (Tradizionale-Lorenzo Mancuso) e di Cori miu (Marco Betta-Onofrio Mancuso) Arrangiamenti: Franco Battiato (Quartetto d'archi in Lassami dormiri, Occhi di vitru, Rosa di carta e Un velu d'aria) e Aldo Giordano (Ti canùsciu ferita, Li suonni, Manzamá e Animi) Enzo Mancuso: canto, chitarra, saz baglama, sipsi, flauta de sabugheiro, viola, sansula, viola de beiroa Lorenzo Mancuso: canto, harmonium Giovanni Sollima: violoncello (Cori miu, Lacrima e Deus meus) Marco Betta: pianoforte (Cori miu) Gérman Diaz: ghironda (Ti canùsciu ferita, Tu vidè ti nni va) e lira organizzata – ghironda (La scinnuta e Nti la nacuzza) Mario Arcari: duduk e oboe (Animi) e launedda, duduk e clarinetto (Ti canùsciu ferita) Peppe Frana: oud (Manzamá) Arnaldo Vacca: percussioni (Manzamá e Ti canùsciu ferita) Ferruccio Spinetti: contrabbasso (Manzamá) Mosé Chiavoni: clarinetto (Li suonni) Aldo Giordano: pianoforte (Li suonni, Ti canùsciu ferita e Animi) Andrea Amico: contrabbasso (Ti canùsciu ferita, Li suonni e Animi) Francesca Bongiovanni: violoncello (Animi e Manzamà) Marco Alessi: chitarra (Ti canùsciu ferita) Patrizia Capizzi: chitarra (Ti canùsciu ferita) Massimiliano Dragoni: salterio (Lassami dormiri) Quartetto d'archi (Li Suonni e Ti canùsciu ferita) Laura Gallo (violino), Francesca Bongiovanni (violoncello), Luigi Sferrazza (violino) e Filippo Di Maggio (viola) Quartetto d'archi (Lassami dormiri, Occhi di vitru, Rosa di carta e Un velu d'aria) Andrea Cortese (1° violino), Azusa Onishi (2° violino), Elga Ciancaleoni (viola) e Ivo Scarponi (violoncello) Cori (Ti canùsciu ferita e Rosa di carta) Gruppo Vocale "Amoris Laetitia" (Fabio La Marca, Giovanni Bunoni, Alessandro Pistone, Francesca Di Giugno, Gabriele Ferrara, Andrea Manta e Nino Moribondo) Voce bianca (Animi) Elisea Sciacca Registrato presso ENTROPYA Recording Studio Perugia, RECstudio San Cataldo (CL), -Studio Almendra Palermo, Giottomusic Perugia, Estudios Casabranca Cospeito - Lugo Spagna Mix e mastering: Aldo Giordano (RECStudio)